2.3.6 - Le figure d'acqua.

Delle protuberanze d’acqua ti hanno suggerito che le maree potrebbero essere dovute alla diminuzione della densità dell'acqua.

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prologo > indice maree > 2.3 Come iniziò questa ricerca sulle maree.

2.3.0 - Titolo, sottotitolo e avvertenza.
2.3.1 - Introduzione ad una ricerca ai suoi inizi.
2.3.2 - Problemi da risolvere.
2.3.3 - Una forza non considerata.
2.3.4 - L'attenzione viene portata sull'acqua.
2.3.5 - A caccia di eventi discontinui.
>2.3.6 - Le figure d'acqua.
2.3.7 - Problemi di percezione.
2.3.8 - Prospettive.

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24 marzo del 2007.

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Due anni dopo avere iniziato la caccia alle prove, hai visto ad occhio nudo queste figure. Era il 24 marzo del 2007. Quelle che avevi visto due anni prima erano figure concave; esse sono rare, con ridottissima rilevanza statistica.

Hai poi pensato che il rigonfiamento delle figure d’acqua potevano forse rivelarti le velocità angolari critiche della Luna, quelle valide per l’acqua.

Solo un'ulteriore ricerca potrebbe confermare questo tuo assunto provvisorio. Non è escluso infatti che anche un grandissimo numero di molecole, in movimento alla stessa velocità angolare critica rispetto alla Terra, o rispetto alla Luna, possa provocare il fenomeno. Senza per questo rivelare la precisa velocità critica, tra quelle che la Luna gira attorno alla Terra.

Figure d'acqua con protuberanze.

Da quel marzo 24, hai smesso di cancellare le registrazioni per far posto ad altre. Non eri più in attesa delle figure concave. Avevi capito che, ad essere significative, erano le figure con protuberanze.

Hai così cominciato a vedere nelle registrazioni passate molte di queste figure, che prima ti erano sfuggite. La maggior parte erano state eseguite nel 2006; una nel 2005. Quest'ultima si era salvata perché si trovava poco prima della fine di un nastro, che avevi voluto riutilizzare. Sarà anche brutta, ma anch'essa ti è servita a suggerirti l'ipotesi.

Fronti di spinta.

L’ipotesi che le maree siano dovute alla diminuzione ciclica della densità dell’acqua è compatibile con il seguente modello: all’interno di ciascun bacino, un’onda di marea si svilupperebbe per fronti di spinta, generati dalla pressione che le molecole d'acqua - una volta che hanno diminuito la loro densità, e aumentato il loro volume - esercitano sulle vicine. Queste, a loro volta, trasmettono la pressione alle altre, a catena, fino all'esaurirsi degli impulsi, o fino all'affermarsi dei fronti di spinta della marea successiva.

La velocità dei fronti di spinta varia in relazione alla profondità dell'acqua nel bacino che vai a considerare. Quanto maggiore la profondità, tanto maggiore sarà la velocità di dispiegamento dell'onda di marea, e quindi l'estensione del relativo bacino che essa forma.

In un mare piccolo e poco profondo.

Negli oceani.

Se comparata alla velocità alla quale la Terra gira su se stessa, la velocità dei fronti di spinta è lenta; ecco che si spiega il numero dei bacini, ed il loro carattere locale.

Le figure d'acqua iperamplificate.

Le figure poco amplificate sono quelle che tu puoi ormai vedere ad occhio nudo. Invece, non sei ancora capace di percepire quelle iperamplificate. Per la tua mente esse non hanno ancora un senso logico. Per il momento, quelle le puoi vedere solo fuori contesto, in foto o in video [visibili nell'itinerario 2.4].

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