1.3.3 Per una termodinamica bidirezionale.

Sono emersi dei fenomeni ove si è avuta diminuzione di entropia senza degrado di energia, grazie a processi cumulativi dissipativi.

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prologo > indice semi > 1.3 Interpretazione dei fenomeni.

1.3.1 Secondo la termodinamica a senso unico.
1.3.2 Una questione di fondo già posta.
>1.3.3 Per una termodinamica bidirezionale.
1.3.4 Forze conseguenti.
1.3.5 Il ciclo di germinabilità.
1.3.6 La “forza d” come segreto della vita sulla Terra.

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Premesse.

La risposta alle preoccupazioni di J. C. Maxwell e di altri, la danno i semi, mostrando il tassello mancante del mosaico, supposto da Erwin Schrœdinger.

Dal modo in cui io riesco a sfruttare il ciclo cumulativo-dissipativo dei semi, per ottenere l'aumento dei raccolti (itinerari 1.1 e 1.2), propongo ora la mia interpretazione della fisica dei fenomeni studiati.

È inteso che questa mia interpretazione possa essere da altri ricercatori confermata, modificata o invalidata.

Scambi di calore coerenti con il movimeto.

Nell’esperimento E, i semi rivelano di poter diminuire entropia, senza degrado di energia, alla fine del ciclo cumulativo dissipativo, utilizzando il loro movimento angolare rispetto a dell'altra materia, se detto movimento è accompagnato da scambi coerenti di calore.

Infatti, quando i semi stanno per aumentare il loro movimento rispetto a dell'altra materia, ad uno dei valori di velocità angolare critica, e stanno, nello stesso tempo accumulando calore, essi sono in fase cumulativa.

Quando invece i semi stanno per diminuire il loro movimento angolare rispetto a dell'altra materia, ad uno dei valori di velocità angolare critica, e stanno, nello stesso tempo, dissipando calore, essi sono in fase dissipativa.

Efficienza del ciclo ed energia utilizzata.

Fino ad un punto della temperatura in fase cumulativa, nello esperimento E, vi sarebbe una stretta relazione tra efficienza del ciclo nel diminuire l’entropia, e quantità di energia gestita nei due processi opposti, prima presa in prestito in fase cumulativa, poi restituita in fase dissipativa.

Ciò mi porta a pensare che l’energia sotto forma di calore viene solo utilizzata per favorire i due processi opposti, ma che, alla fine, viene restituita senza essere stata nel complesso ridotta.

Una forza conseguente dovuta al movimento.

Le osservazioni e gli esperimenti, presentati nell'itinerario 1.2, su come i semi recuperano ed aumentano la loro capacità di germinare, mi hanno permesso di mettere a punto la procedura di semina descritta nell'itinerario 1.1, utile al recupero e all'aumento della loro capacità germinativa.

Quanto detto nei primi due itinerari sui semi, e quanto detto finora in questo, mi permette ora di postulare che esiste, accanto alla gravità, un’altra forza conseguente, definita da me come “forza dovuta al movimento angolare rispetto a dell'altra materia”, e che per brevità io chiamo “forza d”.

Come succede con l'altra forza conseguente, la gravità, l'azione della “forza d” non comporta degrado di energia.

La “forza d” produce degli effetti a due condizioni.

Abbiamo gia visto la prima condizione: che vi siano contestuali scambi termici coerenti con il movimento. Senza scambi termici coerenti, la “forza d” rimane non operativa.

La seconda condizione è che la velocità angolare del movimento deve essere una di quelle critiche.

A causa della seconda condizione, la “forza d” agisce solo durante brevi episodi di interazione.

Alla fine di un ciclo.

Alla fine di un ciclo, si ha così aumento della capacità germinativa dei semi, e una diminuzione di entropia, senza degrado dell'energia utilizzata sotto forma di calore, in quanto questa viene presa in prestito, ma poi restituita a completamento dei processi, senza essere degradata.

È così che la seconda legge della termodinamica verrebbe compensata (raggirata): vi sarebbe diminuzione di entropia, senza degrado di energia.

segue